Henry FÉVRIER

Nato a Parigi, figlio dell’architetto Jules Février – al quale si deve, in particolare, l’hôtel particulier di Mme de Saint-Marceau –,Henry Février intraprende tardi la sua carriera artistica. André Messager, al quale dedica una biografia nel 1948, a quanto sembra gli impartì le prime lezioni private. È ammesso al Conservatorio nel 1894; segue dapprima i corsi di armonia di Raoul Pugno, e poi, concluso il servizio militare, entra alla fine del 1898 nella classe di composizione di Gabriel Fauré, ove è condiscepolo di Ravel, Enescu e Laparra. Essendo già sposato, non può concorrere per il Prix de Rome e deve farsi conoscere nei salotti parigini prima che gli venga commissionata la sua prima opera lirica, Le Roi aveugle, rappresentata all’Opéra-Comique nel 1906. Tre anni dopo approda all’Opéra di Parigi con Monna Vanna, da una pièce di Maurice Maeterlinck. Il successo riscosso da questo lavoro fa di Février, per un certo periodo, il successore di Massenet e l’araldo dell’arte lirica francese: dopo Carmosine (Gaîté, 1913), Gismonda viene rappresentata a Chicago nel 1919 ed è poi ripresa in varie città degli Stati Uniti, prima di trionfare all’Opéra-Comique. Seguono La Damnation de Blanchefleur (1920), L’Île désenchantée (1925), Oletta, la fille du Corse (1927), La Femme nue (1929) e l’operetta Sylvette (1932). Henry Février si segnala anche nel campo della musica da camera, dalla Sonata per violino e pianoforte (1901) alla Sonata per violoncello e pianoforte (1928), ai pezzi pianistici, alle musiche di scena e alle mélodies. È anche prolifico autore di musiche per il cinema muto.