Concert
Per pianoforte, violino e quartetto d’archi in re maggiore op. 21
Décidé. Calme. Animé – Sicilienne : Pas vite – Grave – Très animé
Chausson compose questo Concert tra il maggio 1889 e il luglio 1891, durante il lungo periodo in cui lavorò al Roi Arthus. La prima esecuzione era prevista per il febbraio 1892 a Bruxelles, ma il pianista dichiarò forfait, spaventato dalla difficoltà della sua parte. L’opera venne quindi eseguita il 4 marzo da Auguste Pierret (allievo di Louis Diémer), da Eugène Ysaÿe e dal quartetto di Mathieu Crickboom, riscuotendo uno straordinario successo, che si ripeté in occasione della riproposta presso la Société nationale de musique qualche settimana più tardi. A giudicare dal titolo e da quelli dei movimenti, essa sembrerebbe ricollegarsi allo spirito dei Pièces de clavecin en concerts di Rameau e dei Concerts royaux o dei Goûts-réünis di Couperin; ma l’importanza dei ruoli affidati al pianoforte e al violino deriva piuttosto dal concerto per più solisti del barocco italiano, pur non ispirandosi al linguaggio di quest’ultimo. Qui Chausson si esprime con un lirismo veemente e un’energia tumultuosa, che a tratti sa temperare. Così, le prime pagine della Sicilienne offrono un intermezzo di trasparente eleganza, tinta di tocchi modali, che si avvertono anche negli altri movimenti. All’opposto di tale serenità, il Grave innalza un nobile compianto intorno alle serpentine del pianoforte, che effondono un profumo inebriante e mortifero. In questi due movimenti, la cellula ciclica dell’intera opera (re-la-mi, esposta sin dalle prime battute) non è quasi percepibile, a dimostrazione del fatto che Chausson tratta il retaggio di Franck con grande libertà; essa ricompare però con chiarezza nel finale, che porta a un esaltato parossismo in re maggiore, e così risolve tutte le tensioni che si erano accumulate.
Documenti e archiv
Voir le document répertoriéPermalink
data di pubblicazione : 25/09/23
Effettuare una ricerca