Danse ancienne op. 75
Il gusto per la musica antica ha una lunga storia. È sorto verso la fine del XVIII secolo e ha contribuito alla riscoperta dei capolavori del passato (riattualizzandone il gusto), nonché alla creazione di tutta una serie di minuetti, gavotte, madrigali. Da Berlioz (L’Enfance du Christ) a Ravel (Pavane pour une infante défunte), nessun compositore vi si è sottratto. Allieva di Félix Le Couppey (in privato) per il pianoforte, di Augustin Savard per l’armonia e di Benjamin Godard per la composizione, la carriera di Cécile Chaminade fu quella di una virtuosa fervente: «Il mio amore», diceva, «è la musica, io ne sono la sacerdotessa, la vestale». Assai apprezzata nei Paesi anglosassoni, eseguiva personalmente la sua musica, rinnovando con le proprie composizioni i programmi dei suoi concerti. Datata 1893 come la Pièce dans le style ancien op. 74, anche questa Danse ancienne non mira né alla correttezza filologica né al pastiche; inutile cercarvi una gavotta, una bourrée o un rigodone. Lo stile «antico» evocava una certa rigidezza della scrittura e un’enfasi o un’originalità che l’interpretazione doveva nobilitare o stilizzare. Possiamo immaginare quanto l’esecuzione incisiva – il tipico jeu perlé – di Cécile Chaminade potesse arricchire questa Danse in la maggiore con una parte centrale in la minore. Le figure ritmiche regolari, disseminate di trioli e poi di volatine ascendenti per mantenere lo slancio, tengono desta l’attenzione dell’ascoltatore con le permutazioni/variazioni di cui sono oggetto. Colei che Bizet chiamava «il mio piccolo Mozart» sapeva dove cercare i propri modelli.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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