Le Déluge

Le Déluge, oratorio composto da Saint-Saëns nel 1875 su un “poema biblico” di Louis Gallet, fu eseguito per la prima volta il 5 marzo 1876 al Théâtre du Châtelet, ricevendo un’accoglienza entusiastica da parte del pubblico. L’opera ha inizio con un preludio strumentale per archi e violino solista, che esprime la bellezza e la pace del mondo  prima che gli uomini si distogliessero da Dio ( questo preludio è spesso eseguito da solo come brano da concerto). Seguono tre parti per quattro voci soliste (soprano, contralto, tenore e basso), coro e orchestra sinfonica, che evocano via via l’ira di Dio (“J’exterminerai cette race”), l’annuncio del diluvio, la crescita inesorabile delle acque che tutto sommergono, e infine la speranza ritrovata e la promessa divina (“Je ne maudirai plus la terre”, quartetto vocale che Saint-Saëns considerava la “chiave di volta di tutto l’edificio”). Sulla falsariga della versione in versi dell’episodio della Genesi che privilegia il racconto rispetto ai dialoghi, la partitura affida la narrazione all’orchestra più che alle voci soliste. Saint-Saëns mette quindi in atto espedienti orchestrali tali da rendere l’effetto del racconto. L’esempio più significativo si ha quando, per aumentare il terrore causato dal diluvio, egli arricchisce l’organico iniziale con due trombe, due tromboni a sei pistoni, tre contrabbassi con le corde rivestite di rame, un tam-tam e sei timpani cromatici, e con un andirivieni di scale ascendenti e discendenti rappresenta i flutti tumultuosi che devastano la terra. Le Déluge è caratterizzato anche dalla ripresa di temi melodici che rafforzano il potere narrativo della musica e dalla presenza di tre passaggi fugati, che rivelano il gusto del compositore per il contrappunto.