Écho. Narcisse
Deux pièces pour piano publiées en 1910 chez Sénart sous le pseudonyme d'Henry Wladimir Liadoff. Opus 89 et 90.
Della sessantina di pezzi per pianoforte composti da Mel Bonis lungo l’intero arco della sua carriera, alcuni delineano i ritratti di figure mitologiche, leggendarie o di fantasia: citiamo per esempio: Melisenda,Ofelia, Febe, Salomè e Onfale. È il caso anche di Ecoe di Narciso, due pezzi indipendenti (come attestano i numeri d’opera), benché formino un dittico coerente. Peraltro, essi sono stati pubblicati contemporaneamente nel 1910, con lo pseudonimo di Henry Wladimir Liadoff (curiosa allusione al compositore russo Anatolij Ljadov, allora ancora vivente). Generalmente la musicista celava la propria identità quando pubblicava opere leggere; nel caso in questione possiamo pensare che desiderasse mantenere l’anonimato dopo l’insuccesso della sua Fantaisie ai Concerts Colonne, all’inizio dell’anno. Spicca il carattere fluido e quasi impressionista di questa musica dalle armonie sempre colorite e sottili, talvolta sofisticate. L’op. 89 traduce in vari modi il fenomeno acustico dell’eco: per esempio l’incrocio della mano sinistra nell’acuto o la ripresa “in imitazione”, ossia in sfasatura di certi motivi. Ricordiamo che la ninfa Eco fu privata dell’uso della voce, se non per ripetere le ultime parole del suo interlocutore, S’invaghì di Narciso, giovane di così grande bellezza da amare solamente il proprio riflesso. L’op. 90 ne delinea il ritratto in un clima pieno di effusioni liriche assai ornamentali, e in questo senso “narcisistiche”, per mezzo di una grande varietà di scrittura.
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data di pubblicazione : 08/10/24
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