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Estampes

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Pagodes – La Soirée dans Grenade – Jardins sous la pluie

“Amo le immagini quasi quanto la musica”, dichiara Debussy nel 1911. Appassionato in particolare di Turner e dell’arte giapponese, per lo spartito di Estampes (1903) suggerisce una copertina con caratteri blu e oro e si interessa alla realizzazione tipografica e alla carta. È proprio a partire da questa raccolta che egli dà alla maggior parte dei suoi pezzi per pianoforte titoli evocativi, stimolando così associazioni visive e poetiche. Pagodes fa riferimento al gamelan indonesiano (che Debussy aveva ascoltato in occasione dell’Esposizione universale del 1889) per mezzo dei timbri, del modo pentatonico e della sovrapposizione di livelli sonori che si sviluppano secondo velocità diverse. Su un ritmo ossessivo di habanera, La Soirée dans Grenade emana l’inebriante profumo di una notte andalusa (del resto le Estampes furono eseguite per la prima volta dal pianista spagnolo Ricardo Viñes, il 9 gennaio 1904 alla Salle Érard). Affascinato, Manuel de Falla nota: “La verità senza l’autenticità, potremmo dire, dato che non c’è una sola battuta che sia presa direttamente dal folklore spagnolo, ma ciò nonostante tutto il pezzo, nei suoi minimi dettagli, fa sentire la Spagna”. Jardins sous la pluie, che cita le canzoni infantili Nous n’irons plus au bois e Do, do, l’enfant do, esprime musicalmente lo scrosciare dell’acqua, il fruscio delle foglie e il ritorno del sole. Quest’ultimo pezzo si iscrive in un paesaggio più familiare, dal momento che Debussy non fu mai in Oriente e ben poco in Spagna, avendo solo intravisto San Sebastián nel 1880. Se sa cogliere così bene lo spirito di queste contrade lontane, è sicuramente perché esse restano per lui un mondo onirico.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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