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Fantasia per pianoforte e orchestra op. 26

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Allegro – Adagio – Finale : Allegro molto

Le musiche da camera, per pianoforte e per organo (il suo strumento) occupano un posto importante nella produzione di Fernand de la Tombelle, che per l’orchestra scrisse invece poco. Ma su questa Fantasia, primo premio della Société des Compositeurs de Musique nel 1887, aveva puntato tanto che, per facilitarne le possibilità di esecuzione, la rielaborò sopprimendo corno inglese, clarinetto basso, due dei quattro fagotti, cornette, tuba e percussioni. Un’altra riduzione risparmiò solo il pianoforte e gli archi che a tratti integrano le parti dei fiati; in questo modo il brano guadagna in mordente quello che perde quanto a spiegamento di forze, e il pianoforte, meno minacciato dagli archi, può esprimersi in modo più sfumato. Infine, una versione per due pianoforti dimostra che la musica del brano ha una forza potente indipendentemente dall’organico che la esegue. Il titolo è rivelatore di un’epoca in cui la diffidenza verso il presunto istrionismo virtuosistico indusse i compositori a travestire da Sinfonia, Suite, Fantasia o Ballata quelli che in realtà erano veri e propri concerti; la statura del dedicatario, Louis Diemer, lo dimostra. Nel veemente fa minore dell’Allegro iniziale, ricco di contrasti tematici, il solista arpeggia a perdifiato lasciando che le melodie passino sopra di lui. Canterà invece nell’Adagio, perforato dalla minacciosa irruzione del tema ciclico. Lo slancio del ritmo ternario e il sentimento espresso da melodie semplici salvano il Finale dalla magniloquenza in cui il ritorno del tema ciclico potrebbe farlo cadere.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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