La Fiancée du timbalier

Nel 1887, Saint-Saëns compose contemporaneamente due versioni della Fiancée du timbalier, l’una per voce e orchestra, l’altra che egli definì “scompigliata del pianoforte” e che si presenta come una riduzione della versione orchestrale. La prima esecuzione della partitura per orchestra ha luogo, con molta probabilità, il 19 febbraio 1888. Édouard Colonne viene interpellato per dirigerla, ma alla fine a salire sul podio sarà Charles Lamoureux, il quale affida la parte del mezzosoprano a Madame Montalba. Fedele alla vicenda narrata dal poema di Victor Hugo, dal quale non viene espunto neanche un verso, la musica rappresenta via via i vari stati d’animo della fiancée. Il brano inizia con una marcia scandita dai timpani, un motivo ritmico dagli accenti militari che, per mezzo delle sue molteplici riprese, conferisce energia e coerenza alla composizione. Le altere e gioiose linee melodiche che si sovrappongono a tali formule ritmiche saltellanti si interrompono tre volte nel corso della partitura, per descrivere alcuni episodi particolari della narrazione grazie a una rappresentazione musicale precisa. Si nota la supplichevole preghiera che la fidanzata, sostenuta dalle fluide e delicate linee dell’orchestra, rivolge ai santi perché conservino sano e salvo il suo timbalier partito per la guerra agli ordini del Duca di Bretagna (vv. 16-35). Si ode poi l’inquietante salmodia con cui la fidanzata riferisce la sinistra predizione dell’Égyptienne: il suonatore di timpani sarebbe morto in combattimento (vv. 61-70). Infine, a seguito alla letizia per il ritorno dei soldati in patria e alla maestosa acclamazione “Ecco i suonatori di timpani!”, viene sottolineato il momento in cui la fidanzata capisce che la predizione si è avverata e soccombe al suo dolore, mentre il suono dell’orchestra svanisce su sorde reminiscenze del motivo ritmico iniziale.