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Marcia funebre op. 26

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Introducendo il concetto di servizio funebre laico, la Rivoluzione francese aveva incoraggiato la composizione di marce funebri destinate a funerali o commemorazioni. I musicisti romantici coltivano questo genere per celebrare i loro eroi, dei quali dichiarano l’identità (Marcia funebre per la scena finale dell’Hamlet di Berlioz) o conservano l’anonimato per meglio idealizzarli (Marcia funebre della Terza Sinfonia di Beethoven). Nel 1844, Alkan compone due marce per pianoforte opposte e complementari, dedicate alla duchessa di Montebello, che era sua allieva: la Marcia funebre op. 26 e la Marcia trionfale op. 27. La prima, nell’insolita tonalità di mi bemolle minore, si basa su tre elementi: la stilizzazione del suono di un tamburo velato a lutto, nel registro grave; un inno costellato di concatenazioni armoniche singolari; il rintocco della campana, in mi bemolle maggiore, al centro dell’opera (tonica ripetuta al basso, ostinato di quattro note discendenti nella zona mediana). Questa Marcia funebre suscitò l’entusiasmo di Fétis, che le dedicò un importante commento nella «Revue et Gazette musicale» del 25 luglio 1847, ove concludeva: «Questo pezzo, di breve durata, è notevole tanto per l’intelligenza del soggetto quanto per il sentimento, giacché è proprio l’alternativa tra terrore religioso e rimpianto degli affetti umani a toccare il cuore, in quest’ultimo atto solenne che segue la morte. Tali sentimenti sono resi così bene dal sig. Alkan, e l’episodio della campana a morto completa così bene questo malinconico quadro, che considero questa composizione perfetta nel suo genere».

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/3716

data di pubblicazione : 25/09/23



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