Messa per tre solisti, coro e orchestra
1. Kyrie : Allegro maestoso – 2. Gloria : Allegro moderato – 3. Credo : Allegro non troppo – 4. Offertoire : Andantino maestoso – 5. Sanctus : Andante ma non troppo – 6. Benedictus : Andante con moto – 7. Agnus Dei : Andante con moto
Nella seconda metà dell’Ottocento, i confini tra musica sacra e musica profana erano molto meno rigidi di quanto il pubblico di oggi possa immaginare. La Messa di Clémence de Grandval venne eseguita per la prima volta il 27 gennaio 1867 nella chiesa parigina di Saint-Eustache per celebrare l’anniversario della nascita di sant’Agnese, che ne era stata la prima dedicataria. In marzo, la compositrice la fece eseguire nel suo stesso salotto, sostituendo l’orchestra con una formazione da camera. In aprile, Pasdeloup la diresse all’Athénée. Tali esecuzioni erano eventi mondani che attiravano numerosi aristocratici e compositori, i cui nomi venivano ricordati nei resoconti dei cronisti (in particolare, all’Athénée, quel lavoro fu applaudito da Gounod, Bizet, Delibes, Ernest Reyer). Per giunta, nei concerti “profani” ci si poteva permettere di bissare certi brani, come il soave duetto per soprano e mezzosoprano Gratias agimus tibi, l’Offertoire puramente strumentale (aggiunto alla sequenza abituale di una messa liturgica ordinaria) e il Benedictus. Questa Messa ci mostra che cosa affascinava l’élite sociale e artistica del Secondo Impero: l’alternanza tra i cori e i brani per voce solista, l’equilibrio tra la grazia melodica, la grandiosità di certi tutti (ma senza troppi ottoni, come si compiace Nestor Roqueplan nel “Constitutionnel”) e quello stile severo che è indispensabile a ogni musica sacra degna di questo nome (la fuga sul “Cum sancto spiritu” nel Gloria). Riscoprire questo lavoro di Clémence de Grandval significa immergersi in un’epoca in cui l’espressione della fede andava di pari passo col dispiegamento di un fasto tutto mondano.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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