Salta al contenuto principale

Messe des morts à grand orchestre dédiée aux mânes des compositeurs les plus célèbres

Date :
Formazione musicale :

Requiem – Dies Irae – Liber scriptus – Rex tremendae – Ingemisco – Oro supplex – Offertorio – Sanctus – Élévation – Noli meminisse – Agnus dei [– De profundis – Adagio – A custodia]

Nel 1813, quando l’Institut de France si appresta a eleggere il successore di Grétry, Martini chiede di essere inserito tra i candidati e allo scopo consegna una lista dei suoi lavori, l’ultimo dei quali è una «Messe des morts, nuovamente composta (incisa)». Dato che le Tablettes de Polymnie già nel 1811 lo avevano presentato quale autore di un Requiem, Martini maschera il carattere antico della sua partitura conferendole un segnale di attualità, certamente allo scopo di favorire la propria candidatura. Prudentemente “dedicata ai mani dei compositori più celebri” ma senza specificarne i nomi, la Messe des morts è pubblicata da Leduc all’inizio della Restaurazione, nel momento in cui Martini ha finalmente assunto la direzione della Chapelle du Roi, incarico che gli era stato già attribuito al tramonto dell’Ancien Régime. Forte di tale posizione, ha il privilegio di far eseguirere una sua messa da requiem a Saint-Denis il 21 gennaio 1815, in occasione della traslazione delle spoglie di Luigi XVI e di Maria Antonietta nella basilica. L’opera venne riproposta un anno dopo nell’ambito delle celebrazioni dell’anniversario del re martire volute da Luigi XVIII. Mancando, tra la caduta di Napoleone e la cerimonia del gennaio 1815, il tempo necessario per comporre un’opera nuova, è assai probabile che il musicista, allora settantaquattrenne, abbia riproposto appunto la Messe des morts che aveva composto sotto l’Impero, magari aggiungendovi tre mottetti di cui la Bibliothèque nationale de France conserva i manoscritti (De profundisAdagioA custodia). Questa Messe des morts per tre solisti (soprano, tenore e basso), coro e orchestra si segnala in particolare per l’impegno richiesto al basso solista: dai vocalizzi del Liber scriptus fino all’uso di un megafono nell’Oro supplex, Martini dimostra l’influenza della musica italiana sulla produzione di musica sacra in Francia a cavallo tra i due secoli.

Permalink

https://www.bruzanemediabase.com/it/node/9534

data di pubblicazione : 25/09/23



Effettuare una ricerca