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Mirages op. 70

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1. À la mémoire de Claude Debussy – 2. La tragique chevauchée

Florent Schmitt scrisse il primo dei due Miragesper il Tombeau de Debussy, sorta di miscellanea di compositori pubblicata dalla “Revue musicale” nel dicembre 1920. Aggiunse La Tragique chevauchée nel 1921, dopodiché orchestrò il dittico nel 1923. “Et Pan, au fond des blés lunaires, s’accouda” [E, in fondo al grano lunare, stava appoggiato sui gomiti Pan]: questo verso di Paul Fort, epigrafe della prima parte, evoca la divinità antica che affascinò numerosi artisti tra Ottocento e Novecento. Assimilato alla figura del fauno, Pan ricorre in varie partiture di Debussy: Prélude à L’Après-midi d’un faune, ispirato all’ecloga di Mallarmé; La Flûte de Pan, prima delle Chansons de Bilitis su poesie di Louÿs; Le Faune, estratto delle Fêtes galantes da Verlaine; Pour invoquer Pan, dieu du vent d’été, prima delle Six Épigraphes antiques. Anche se Schmitt non cita alcuno di questi pezzi, i suoi melismi evocano tuttavia La Flûte de Pan, mentre la raffinatezza armonica e l’agilità ritmica sono innegabilmente debitrici di Debussy. D’altronde, la melodia dolcemente cullante che attraversa l’intero pezzo è memore di un tema di Sheherazade di Rimskij-Korsakov, compositore ammirato da Schmitt. Dedicato ad Alfred Cortot, il secondo brano traspone la cavalcata di Mazeppa, legato a un cavallo selvaggio lanciato nella steppa come castigo per la propria relazione con la moglie di un gentiluomo. Questa incarnazione dell’eroe romantico ispirò in particolare Byron, Hugo, Puskin, Vernet, Géricault, Delacroix, Liszt e Ciaikovskij. Schmitt si rifà al poemetto di Byron e fonda il proprio pezzo su ritmi puntati, sonorità aspre, qua e là temperate da un‘ampia linea dolente.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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