Mireille

Nel 1854 Frédéric Mistral e Joseph Roumanille creano il Félibrige, un’associazione regionalista con lo scopo di promuovere la lingua d’oc e il patrimonio letterario provenzale, in particolare quello dei trovatori. Cinque anni dopo Mistral compone Mirèio, ambizioso poema epico in dodici canti e seimila versi ispirato all’Eneide, che valse al suo autore il premio Nobel per la letteratura del 1904. È su questo capolavoro provenzale che si fonda il libretto pensato da Michel Carré per l’opera in cinque atti Mireille di Charles Gounod. Profondamente colpito dalla lettura di Mirèio, Gounod chiese a Mistral l’autorizzazione di farne un adattamento teatrale e lirico. Il musicista scrisse la partitura in qualche mese appena, a Saint-Rémy-de-Provence, dove si impregnò di paesaggi provenzali e dove pare abbia composto, con un blocco di appunti, nel corso delle sue passeggiate. Rappresentata il 19 marzo del 1864 al Théâtre-Lyrique, l’opera ricevette un’accoglienza mista, da parte sia del pubblico che della critica. In particolare si rimproverò a Gounod il carattere eccessivamente tradizionale della musica, d’ispirazione mozartiana – nello specifico, ricorda il Don Giovanni. Qui e là il compositore coltiva una vena più fiabesca, che a tratti fa pensare a Mendelssohn o a Weber, specie nell’atto terzo. I critici commentarono inoltre l’assenza di direzione drammatica dell’opera, individuabile già nell’ouverture, staccata dal resto della composizione come nel Médecin malgré lui (Il medico per forza). A causa dello scarso entusiasmo suscitato dalla rappresentazione, l’opera ha subito molteplici rimaneggiamenti da una ripresa all’altra. In particolare alcuni recitativi furono sostituiti ai dialoghi parlati, allo scopo di aumentare la continuità del discorso. Nel 1939 il compositore Henri Büsser propose una versione “restaurata” di Mireille, privata di alcune correzioni. È oggi quella ufficiale.