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Miserere du Trovatore S. 433

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Nel 1859 Liszt compone Trois Paraphrases de concert su opere di Verdi (Il Trovatore, Ernani e Rigoletto). Quella ispirata al Trovatore(rappresentato nel 1853) si rifà a un momento decisivo della trama, all’inizio dell’atto IV: imprigionato in una torre, Manrico attende l’esecuzione e proclama il proprio amore per Leonora mentre alcuni monaci cantano un Miserere all’interno di una cappella. Leonora sente tutto: esprime la propria angoscia e disperazione, ma con energia poiché è decisa a salvare Manrico. Liszt ha mantenuto il materiale e l’ordine degli eventi del Miserere. La sua parafrasi si apre sul canto cupo e solenne dei monaci, i cui ritmi puntati sostengono anche il canto di Leonora. Poi la linea del soprano si fa più dolente, ammorbidita da terzine inframmezzate di pause. Questa ritmica ternaria viene ripresa da Manrico, che con luminoso e generoso lirismo invoca la morte e l’amata. Tuttavia il pianoforte non può riprodurre la spazializzazione della scena verdiana, in cui le voci dei monaci, di Leonora e di Manrico vengono gradualmente a sovrapporsi. Pertanto durante il secondo intervento della giovane minacciosi accavallamenti alla mano sinistra si sostituiscono al coro religioso. L’ultimo episodio sviluppa il motivo più appassionato di Leonora. Nell’opera la progressione drammatica si fonda sulla sovrapposizione dei piani sonori. In Liszt viene tradotta dal lavoro sul materiale tematico (rafforzando l’importanza della protagonista), dalla progressiva densificazione della tessitura e del virtuosismo. Siamo qui di fronte a una vera e propria riappropriazione, impronta incontrovertibile del genio.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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