Les Mystères d’Isis, trascrizione anonima per quartetto d’archi di Il flauto magico, riveduto da Ludwig Wenzel Lachnith

È stato con il titolo Les Mystères d’Isische la Francia ha scoperto Il flauto magico di Mozart all’Opéra de Paris nel 1801, ossia dieci anni dopo la prima rappresentazione dell’opera originale a Vienna. Ma l’adattamento francese era lungi dal limitarsi a un cambiamento di titolo: su richiesta dell’Opéra, l’opera era stata completamente riconfigurata da Ludwig Wenzel Lachnith (1746-1820), un compositore praghese stabilitosi a in Francia. A parte che il libretto rendeva omaggio all’oramai imperante egittomania, il tal coro era trasformato in aria, la tal aria modificata nell’accompagnamento, il tal duetto trasformato in terzetto, irrompevano frammenti di Don Giovanni, altri estratti provenivano da La clemenza di Tito o da Le nozze di Figaro ecc. Questo adattamento – o “disadattamento”, ironizzarono taluni – fu rappresentato regolarmente fino al 1827. Berlioz, indispettito, narra nei propri Mémoires di aver assistito da giovane a una di tali rappresentazioni, “E l’autore dell’adattamento accanto al nome di Mozart pose il proprio nome di cretino, il proprio nome di profanatore, il proprio nome di Lachnith [...] Mozart è stato assassinato da Lachnith”, scrive con la furia che regolarmente rovescia sugli arrangiatori. Allora come oggi un successo generava il proprio indotto commerciale; gli editori, sempre avidi di sfruttare il tal filone, pubblicarono numerosi frammenti di Les Mystères d’Isis. Tra essi ne figurava uno per quartetto d’archi: un adattamento-disadattamento, dunque, perfettamente rappresentativo delle prassi di di diffusione e trascrizione della musica nell’Ottocento. Oggi lo possiamo oggi ascoltare con curiosità, interesse, ma anche semplicemente lasciarci affascinare: il delitto di Lachnith è ormai caduto in prescrizione!