Nuit d’Orient op. 171
Dedicata a una certa Mademoiselle Louisa Baudier, Nuit d’Orient, “grande valzer da salotto per pianoforte”, è pubblicato nel 1875 dalle edizioni Heugel. Allo stato attuale delle conoscenze in merito alla carriera del compositore, non è facile stabilire se l’esotismo di questo lavoro si debba a un determinato viaggio. È comunque interessante notare che fino alla fine del Secondo Impero le esplorazioni musicali di Lamothe si limitano ai Paesi confinanti con la Francia – Spagna (Caprice espagnol e poi Tolède), Portogallo (Lisbonne), Italia (La Napolitaine e Marche vénitienne) – e che le sirene dell’Oriente compaiono nel suo catalogo soltanto in seguito. Ko-Kli-Ko, polka chinoise (1870), Danse arabe (1873), La Malle des Indes (1876) Tunis-Valse (1886) lo attestano, insieme a questa Nuit d’Orient, composta peraltro nello stesso periodo della quadriglia Mexico. Il colore locale non è certo ciò che interessa maggiormente a Georges Lamothe: i suoi pezzi non cercano di riprodurre le sonorità o le modalità delle musiche dei Paesi in cui sono collocati geograficamente. Il compositore trae piuttosto ispirazione dall’immaginario evocato da quelle contrade lontane, dalle sensazioni di serenità, di calore e di grandiosità che esse suscitano nel pubblico dei salotti parigini all’inizio della Terza Repubblica. Dopo una “Intrada” espressiva, il brano ha cura di ben marcare i tre tempi del valzer, per non creare difficoltà ai ballerini che volteggeranno sulle sue note. L’evoluzione del discorso si articola allora sostanzialmente su variazioni ritmiche, esposte per sezioni e riassunte in un finale spettacolare.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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