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Pour le piano

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Prélude – Sarabande – Toccata

La suite Pour le piano è uno dei primi capolavori creati da Debussy per il «suo» strumento, cui il titolo rende peraltro omaggio, come farà più tardi quello di En blanc et noir. Rinunciando tanto al retaggio romantico quanto a un’estetica di tipo franckiano, il compositore attinge alle strutture chiare e ben definite del XVIII secolo. Il suo trittico possiede una vitalità e una schiettezza nell’esposizione (enunciazione) mirabili. La sera della prima esecuzione, l’11 gennaio 1902 alla Société nationale de musique (ovvero due giorni prima dell’inizio delle prove di Pelléas et Mélisande), il pianista Ricardo Viñes ottenne un «successo fenomenale», tanto da dover bissare l’ultimo brano. Anche se lo spartito reca la data «gennaio-aprile 1901», Debussy cominciò a lavorarci sin dal 1894. Il Prélude, «Assez animé et très rythmé», è uno dei pezzi più gestuali che egli abbia composto; la tastiera è attraversata da glissandi e scale. Un motivo scalpitante, scaturito dalle doppie ottave, origina accordi potenti; al centro, un episodio in scala esatonale. Il secondo brano, una Sarabande, si sviluppa «Avec une élégance grave et lente», ma il suo nobile arcaismo è, paradossalmente, frutto di armonie audaci, vicine a quelle di un Satie. Questo pezzo faceva parte, già nel 1894, di una raccolta inedita dal titolo Images oubliées. La Toccata, scritta con la limpidezza di un’incisione a puntasecca, sciorina un fluido continuum in cui si avvertono echi di Scarlatti e di Couperin: neoclassica ante litteram, senza alcun dubbio. Nella sezione centrale s’innalza un bel canto impregnato di arpeggi, che ben presto viene declamato a piena potenza. Il primo tema riemerge in frammenti disordinati, per poi affermarsi prima della trionfante coda.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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