Salta al contenuto principale

Quartetto per archi in mi bemolle maggiore op. 10 n. 3

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

Largo. Allegro con brio – Andantino sostenuto – Menuetto : Allegro – Allegro vivace

Composti intorno al 1816, pubblicati da Pleyel nel 1817 e rivisti tredici anni dopo, i tre Quartetti op. 10 si mantengono nella vena classicizzante dei Quartetti op. 8 e op. 9. I temi sono seducenti e affermano la tonalità; i movimenti veloci tengono con il fiato sospeso per i contrasti sonori e la ritmica vivace e piena di sorprese (in particolare grazie alle sincopi e agli accenti sui tempi deboli). Il Quartetto op. 10 n. 3 inizia con un’introduzione lenta in modo minore, nonostante la tonalità generale maggiore, come all’inizio del Quartetto op. 4 n. 2 (1807-1810 circa): qui, però, la partitura prende avvio nella tonalità di mi bemolle minore, ricca di alterazioni e poco usata. Peraltro, le prime due battute del Largo diventano poi la testa del tema principale dell’Allegro con brio, rivelando una ricerca di unitarietà ancora rara all’epoca. Dopo un movimento lento molto cantante, il Menuetto condivide una particolarità con gli altri due quartetti dell’op. 10: cita infatti una «Aria di danza delle montagne dell’Alvernia», indicata come tale nella partitura. Sappiamo che Onslow trascorreva generalmente a Parigi i tre mesi invernali, e nel resto dell’anno viveva nella sua Alvernia natale; tuttavia, non sembra che abbia mai manifestato un grande interesse per la musica popolare, che qui inserisce forse per apportare un tocco di colore locale e diversificare il carattere dell’opera. Dopo l’op. 10, il  compositore rallentò nettamente la propria produzione di quartetti per una quindicina d’anni, come se avesse bisogno di un nuovo impulso per proiettare il genere al di là del post-classicismo – il tempo di scoprire l’ultimo Beethoven.

Permalink

https://www.bruzanemediabase.com/it/node/2154

data di pubblicazione : 25/09/23



Effettuare una ricerca