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Quartetto d’archi n. 3 in fa maggiore CG 563

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

Largo/Allegro moderato – Scherzo – Andante (quasi adagio) – Scherzo – Final. Allegretto

Molti abbozzi attestano l’interesse di Gounod per il disegno del quartetto. I soli che conosciamo sono tardi e furono scritti per dimostrare le virtù di quella chiarezza che egli raccomandava ai giovani compositori.Nel settembre 1889, il compositore soggiornò nelle vicinanze di Bolbec presso Madame Desgenétais; aveva in cantiere un quartetto, e lì l’avrebbe portato a termine e dedicato alla sua ospite. I singoli spartiti e una copia della partitura sono ricomparsi soltanto nel 1993. I patetici cromatismi di un solenne Largo si risolvono nell’Allegro moderato. Il primo tema si iscrive in un intervallo di quarta discendente, mentre il secondo, ascendente e dunque speculare rispetto al primo, ne placa le tensioni. Il primo Scherzo denota un’ostinazione beethoveniana: il motivo, ridotto a una successione di intervalli congiunti, è caratterizzato dalla varietà dei diversi attacchi. La bonomia “contadina” del Trio è compensata dal mistero dei suoi cromatismi. In contrasto è l’introverso Andante: cromatismi e ritardi perdono drammaticità fino a raggiungere la diatonia di una luminosa volata del violino, seguita dal ritorno di una pensosa malinconia. Nel secondo Scherzo, tratti bruschi fanno risaltare la galanteria dell’ispirazione generale. L’introduzione del Finale, interrotta da silenzi interrogativi, precede un serrato quasi-sviluppo su un motivo vivace. Un secondo tema, appena distinguibile, funge unicamente da elemento risolutivo. In vista della soluzione finale, la musica si impenna e ritorna al fa maggiore solo nell’ultima battuta.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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