Quartetto d’archi in sol minore CG 565
Allegro non troppo, ma energico – Adagio – Scherzo – Final (allegro)
La scrittura tremolante del manoscritto induce a datare questo quartetto (ricomparso nel 1993) al 1891-92; l’esistenza dei singoli spartiti fa pensare che ci sia stata una prima esecuzione. Vi si sente una volontà di radicalizzare la scrittura che giunge talora a una secca astrazione, come se Gounod volesse sradicare quella fibra melodica da compositore di opere liriche che ancora si avverte nei quartetti precedenti. Qui, il modello beethoveniano regna incontrastato. Il primo tema motore dell’Allegro sembra posto sotto il segno di un furore che impedirebbe di attingere la tonica. Un fugato dai cromatismi glissanti attesta poi la difficoltà di raggiungere il relativo maggiore. Lo sviluppo è teatro di una lotta tra apertura e chiusura. L’iniziale cromatismo dell’Adagio prepara l’apparizione di un tema consolatorio, di una moderazione penetrante: sarà il ritornello-risposta di questa pagina, in cui domande inquiete, alterate, sempre più liriche, costituiscono i tre couplets. Lo Scherzo è di una grande semplicità. Un motivo diatonico di due battute, in semiminime, che alterna staccato e legato, quinto e primo grado, vi è sottoposto a cambiamenti progressivi oppure improvvisi, passando incessantemente da uno strumento all’altro. Il Finale presenta immediatamente il motivo principale, che possiede l’energia di una formula di cadenza e avrà la meglio sul secondo, più ricco di cromatismi ma più tranquillo. L’opera termina in maggiore con un colpo secco, quasi sfuggisse in extremis agli assalti del minore.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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