Quartetto in re maggiore
Moderato – Allegretto – Lent – Final. Allegro
Opus 124
«Ho letto e ascoltato il vostro secondo Quartetto e ne ho tratto un vivo piacere… È musica assai gradevole, davvero ben fatta e ben concepita. Al giorno d’oggi ci vuole un autentico coraggio per scrivere musica del genere, ma poiché so che Lei è una vera artista, non commerò l’impertinenza di congratularmi per la Sua onestà musicale!...» La lettera del compositore Joseph-Ermend Bonnal a Mel Bonis (9 gennaio 1928) da cui è tratta questa citazione è l’unico documento che attesta che l’op. 124 sia stata eseguita prima della morte dell'autrice, testimoniando inoltre l’impressionante divario tra lo stile decisamente post-romantico del Quartetto e il resto della produzione dell’epoca, tutta impregnata della modernità del «Groupe des Six». Benché composto nel 1927 da un’artista settantenne in preda a una grave depressione, il brano non è affatto privo di attualità o di vitalità. Dopo un raccolto corale di impronta sacra, il primo movimento si anima su un più vivo che successivamente ritorna in un modo più meditativo. L’Allegretto, pieno di sorprese e tecnicamente impegnativo, accosta valzer jazz et impressioni bucoliche. Secondo il musicologo Eberhart Mayer, che ha curato la riedizione della partitura nel 2007, l’op. 124 è da ritenere il testamento spirituale di Mel Bonis, e il suo terzo movimento, «lento, calmo e contemplativo», illustra alla perfezione la visione musicale dell’autrice: «Una dolorosa aspirazione alla felicità». L’ultimo movimento (Finale. Allegro), luminoso e raggiante, conclude il Quartetto con focosa energia.
Documenti e archiv
Partitura a stampa, Documento manoscritto
Quatuor en ré majeur (Mel Bonis)
Partitura manoscritta
Quatuor avec piano n° 2 (Mel Bonis) : manuscrit
Epistolario, Documento manoscritto
Lettres des éditions Eschig à Mel Bonis
Epistolario
Lettres de la Library of Congress à Mel Bonis
Permalink
data di pubblicazione : 04/10/24
Effettuare una ricerca