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Quintetto per archi e pianoforte n. 1 in re minore op. 89

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :

Molto moderato – Adagio – Allegretto moderato

Nel 1888-1889, Fauré suonò più volte in concerto con Eugène Ysaÿe, in particolare interpretando i suoi due Quartetti con pianoforte. Nel 1890 iniziò a lavorare a un quintetto con pianoforte, ma, giudicando il risultato insoddisfacente, lo abbandonò per dedicarsi alle Cinq Mélodies “de Venise” e poi alla Bonne Chanson. Quando vi rimise mano nel 1894, incontrò nuovamente difficoltà; riprese il pezzo solo nel 1903, per completarlo infine due anni dopo e presentarlo in prima esecuzione al Cercle Artistique di Bruxelles il 23 marzo 1906 con il Quatuor Ysaÿe. All’ascolto, nulla tradisce questo faticoso lavoro. A proposito del movimento iniziale, lo stesso Fauré ebbe a osservare: “Questo lavoro di rifacimento, di riequilibrio e di sensibile miglioramento del primo pezzo è stato molto gravoso. E ora, quando lo leggo e lo sento nella mia testa, mi pare che abbia un’aria di spontaneità davvero molto, molto ingannevole”. Del resto, la sfida era forse quella di evitare l’effetto di un’orchestra in miniatura, frequente con una formazione di questo tipo. Fauré privilegia tessiture ariose, tenendo conto delle caratteristiche acustiche dei vari strumenti. Nel primo movimento, le lunghe linee liriche degli archi sono alleggerite dalla scrittura liquida del pianoforte. Nell’Adagio i ruoli sono più omogenei, anche se gli archi si fanno spesso carico della dimensione melodica. Il giocoso finale sintetizza le diverse combinazioni ascoltate nel pezzo (che non prevede uno Scherzo, come il Quintetto di Franck), sfruttando al contempo le risorse di una densa polifonia e l’iridescenza di un pianoforte cristallino.

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/6943

data di pubblicazione : 01/03/24



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