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Quintetto per archi e pianoforte in la minore op. 14

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :

Allegro moderato maestoso – Andante sostenuto – Presto – Allegro assai, ma tranquillo

Negli anni Quaranta Louise Farrenc e George Onslow avevano composto quintetti per archi e pianoforte, ma è a Saint-Saëns che si deve la prima opera francese importante destinata a tale formazione, composta nel 1855. Il musicista appena ventenne la dedicò alla prozia Charlotte Masson, che si era presa molta cura di lui durante la sua infanzia e alla quale egli rimase assai legato. Sin dalle prime pagine, maestose e severe, Saint-Saëns dichiara la propria ambizione, confermata dall’insieme di una partitura ricca del modo minore (anche nell’Andante sostenuto in fa maggiore), di modulazioni in tonalità lontane e di contrappunto: il finale inizia con un lungo fugato eseguito dai soli archi, cosa insolita in un movimento che si presume brillante. Riassumendo nell’Allegro finale alcuni elementi tematici dei movimenti precedenti, Saint-Saëns osa la forma ciclica, sebbene con una certa timidezza; in compenso, dà prova di notevole coraggio nel Presto, una fantastica e forsennata corsa verso l’abisso che termina con una dissoluzione della materia sonora. Pubblicata solo nel 1865, l’opera era però stata eseguita (presumibilmente per la prima volta) alla Sala Érard il 10 aprile 1860 dal Quartetto Armingaud e dal compositore. Adolphe Botte, nella «Revue et Gazette musicale» del 15 aprile 1860, sottolineava il carattere «serio» del lavoro di Saint-Saëns: «A Parigi abbiamo una decina di giovani musicisti che si esprimono tutti con una certa gravità, e che il pubblico non conosce e forse non conoscerà mai». Fortunatamente, la storia gli ha dato torto.

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/3708

data di pubblicazione : 25/09/23



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