Quintetto per due violoncelli in la maggiore op. 75
Allegro grazioso – Scherzo : Allegro – Andante sostenuto – Finale : Allegretto
Nel 1846, quando Onslow compose la sua Sinfonia n. 4, dichiarò: «Questa sarà l’opera fondamentale della mia carriera di musicista; non per il merito (se ne ha molto di più a comporre un buon quartetto o quintetto), ma per l’effetto» – il che conferma il posto occupato da certi effettivi da camera nella sua personale gerarchia dei generi. Egli inizia a comporre il Quintetto per archi in la maggiore op. 75 nel 1847, lo porta a termine l’anno dopo e lo dedica al suo amico Charles Lebouc (1822-1893), allora violoncellista all’Opéra di Parigi, molto attivo nel campo della musica da camera. A partire dal 1862, questo strumentista organizzerà delle matinées settimanali, nel cui programma inserirà regolarmente opere del compositore. La maggior parte dei quintetti di Onslow prevede la formazione per due violoncelli, cara a Boccherini; ma già dalla fine degli anni Venti egli aveva pubblicato delle parti supplementari, per permettere che queste opere fossero eseguite anche con due viole, oppure con un violoncello e un contrabbasso. Nell’op. 75, Onslow affida numerosi elementi tematici al primo violoncello, la cui parte si sviluppa spesso nel registro acuto, mentre il secondo violoncello svolge essenzialmente il ruolo del basso. La densità della scrittura, l’associazione di linee eleganti e ritmo vigoroso, nonché l’espressività che emana dalla tensione melodica e armonica (in particolare grazie all’uso del cromatismo) sono tipici dello stile della maturità di Onslow. Questo Quintetto è contraddistinto anche da tocchi popolari nella parte centrale dello Scherzo e ancora di più nel Finale, il cui tema principale sembra ispirato a qualche danza rustica.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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