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Quintetto per fiati e pianoforte in re minore op. 8

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :

Sombre – Tendre – Léger – Finale : Joyeux

Composto nel 1894, il quintetto fu rappresentato il 3 aprile del 1895 ai Concerts de la Libre esthétique a Bruxelles, da Théophile Anthony (flauto), Guillaume Guidé (oboe), Gustave Poncelet (clarinetto), Josse Boogaerts (fagotto), e Théo Ysaÿe (pianoforte). La prima partitura da camera di Magnard colpisce per l’originalità dell’effettivo, che differisce tanto da quello richiesto da Mozart e Beethoven (con corno, senza flauto) che da quello di Rimskij-Korsakov (con corno, senza oboe) nei rispettivi quintetti. Ad eccezione di Caplet nel 1899, non risulta che la formazione abbia ispirato altri musicisti. Magnard scrisse il quintetto quando era già l’autore di due sinfonie (1890 e 1893) e dell’opera Yolande (rappresentata a Bruxelles nel 1892). Forse è questa maturità a giustificare la partitura ambiziosa (poco più di mezz’ora), la padronanza della costruzione formale (in particolare per la forma-sonata dei due movimenti esterni), nonché l’equilibrio fra una scrittura a volte tesa, cromatica e contrappuntistica, a volte chiara e fluida, illuminata da colori pastorali. Ogni strumento a fiato esercita in successione il ruolo di “guida”: prima il clarinetto (Sombre), poi il flauto (Tendre) e l’oboe (Léger), ed infine il fagotto (Finale). Nel «Trio» del terzo movimento, la melodia dell’oboe confessa radici straniere, sebbene non crei vere e proprie cesure stilistiche: Magnard si sovviene qui di un viaggio in Palestina compiuto due anni prima, quando aveva fatto il reportage dell’inaugurazione della linea ferroviaria Giaffa-Gerusalemme per Le Figaro.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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