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Quintetto per strumenti a fiato in mi bemolle maggiore op. 88 n. 2

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Lento. Allegro moderato – Menuetto : Allegro – Poco andante – Grazioso. Finale : Allegretto

Reicha pubblicò i suoi sei Quintetti per strumenti a fiato op. 88 nel 1817. Due erano già composti nel 1811 (forse il n. 1 e il n. 2). Tra il 1817 e il 1818 la raccolta conobbe ben tre edizioni, segno sicuro di successo: presso Boieldieu a Parigi, presso Simrock a Colonia e a Bonn, presso Schott a Mayence. La composizione di altre tre raccolte di quintetti per strumenti a fiato (op. 91, op. 99, op. 100), pubblicate tutte prima entro il 1820, confermerebbe tale buona accoglienza. Joseph Guillou (flauto), Gustave Vogt (oboe), Jacques-Jules Bouffil (clarinetto), Louis-François Dauprat (corno) e Antoine-Nicolas Henry (fagotto) fecero subito propria l’op. 88, che eseguirono regolarmente nel foyer del teatro Favart sin dalla sua prima pubblicazione. Il Quintetto n. 2 in mi bemolle maggiore dimostra quanta cura Reicha riservasse alla scrittura di ciascuno dei suoi strumenti, trattato di volta in volta come solista. Nella lenta introduzione del primo movimento, dopo alcuni accordi solenni, il primo a distinguersi è il fagotto. Il rondò del Poco andante affida il proprio ritornello all’oboe e poi al corno. Il flauto domina il primo couplet, mentre il secondo, fugato, è indicato come facoltativo; se lo si omette, ci si ferma dopo il secondo ritornello. Esso tende in effetti a squilibrare l’opera (il movimento lento, se eseguito per intero, dura il doppio), il cui inizio e il cui finale evocano una concisa forma sonata. Tuttavia, Reicha è tentato dall’amplificazione delle forme, giacché dota il suo Minuetto di due Trii, secondo un gesto tipicamente beethoveniano.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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