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Quintetto per strumenti a fiato in la minore op. 100 n. 5

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Lento. Allegro – Andante con variazioni – Minuetto : Allegro vivo – Finale : Allegro

Nel 1820 Reicha pubblica a Parigi la sua quarta e ultima raccolta di quintetti per strumenti a fiato, col numero d’opus 100. Rispetto al suo primo volume dedicato a tale formazione (l’op. 88, pubblicata solo tre anni prima), egli ha ulteriormente diversificato le combinazioni strumentali, di cui offre un sontuoso caleidoscopio. Il Quintetto op. 100 n. 5 attesta il suo gusto per una scrittura brillante; tuttavia, il virtuosismo non è mai fine a se stesso, persino nel Finale che conclude questa partitura in maniera scintillante. Ogni strumento è valorizzato, per mezzo di interventi piuttosto brevi o di episodi solistici più ampi. Si pensi in particolare all’Andante con variazioni, che colloca in primo piano l’oboe (tema) e successivamente, nel corso delle variazioni, il corno, il fagotto, l’oboe, nuovamente il corno, il clarinetto e infine – nella sesta e ultima variazione, particolarmente ricca – il flauto. Reicha non trascura il lavoro formale e armonico. Come in tutta l’op. 100, il Quintetto n. 5 comincia con un’introduzione lenta. Al nobile sostenuto con cui si leva il sipario fa seguito il dinamismo dell’Allegro. In una forma sonata che comporta un certo numero di irregolarità (per esempio, un diverso ordine dei temi nella ripresa), levità e vivacità fanno pensare a Rossini nonché ai classici viennesi. Quanto al Minuetto, esso comporta stupefacenti modulazioni in mi bemolle maggiore e in mi minore, a grande distanza dal la minore della tonalità principale. Ma lo spirito rimane quello di un amabile scherzo, giacché in Reicha la speculazione astratta va sempre di pari passo col piacere del divertimento.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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