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Recuerdo

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«Com’è questo signor Aguado, ci si chiederà […]? Trent’anni d’esperienza nel Paese che è per tradizione la patria della chitarra; l’abitudine di ascoltare i virtuosi più abili […]; l’arte di appropriarsi dei loro diversi stili senza imitarli pedissequamente; la capacità di trarre costantemente un suono chiaro e morbido, pur variandone l’intensità, da uno strumento che diventa uno strazio tra le mani dei diciannove ventesimi di coloro che lo suonano; in una parola, l’agilità più straordinaria unita alle note tenute del quasi inimitabile Sor: ecco che cosa dicono del signor Aguado tutti coloro che hanno avuto la fortuna di poterne apprezzare il talento, e non temiamo di essere smentiti da nessuno dei francesi ai quali l’ultima guerra di Spagna avrà fornito l’occasione di ascoltare questo chitarrista giustamente celebre.» Introducendo così la sua traduzione del Méthode complète pour la guitare di Dionisio Aguado (1826 circa), François de Fossa scrive un testo che potrebbe presentare in modo altrettanto appropriato il suo Recuerdo, un pezzo per chitarra solista che egli dedica al didatta spagnolo nel 1840. Questo «ricordo» – traduzione letterale del titolo del brano – ci immerge nell’estetica della chitarra spagnola dei primi decenni dell’Ottocento, tanto apprezzata dalla Parigi della fine della Restaurazione: in quel periodo la capitale francese trae infatti vantaggio dall’esilio di un certo numero di compositori iberici in fuga dalle repressioni degli ultimi anni del regno di Ferdinando VII (la cosiddetta Década ominosa). Tra malinconia e dolcezza, la sensibilità dell’opera richiede infatti che l’interprete non faccia strazio del suo strumento.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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