Le Roi Carotte
Opéra-bouffe-féérie in quattro atti e diciannove quadri, rappresentata per la prima volta il 15 gennaio 1872 al Théâtre de la Gaîté.
Su libretto di Victorien Sardou, Le Roi Carotte è il frutto della prima collaborazione tra Offenbach e il letterato con il quale avrebbe poi nuovamente lavorato per La Haine (dramma in cinque atti andato in scena nel 1874). Sardou trae ispirazione dal racconto Klein Zaches, gennant Zinnober (Piccolo Zaccaria, detto Cinabro) del romantico tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann: il primo atto dei Contes d’Hoffmann (1881) attingerà alla medesima fonte. Rappresentata 195 volte dopo la prima, l’opera non fu però mai ripresa a Parigi, sicuramente a causa delle difficoltà tecniche, fisiche e finanziarie che pesano sulla sua produzione. Della durata di sei ore, lo spettacolo comprende in particolare due quadri di Pompei le cui scenografie furono create dal celebre pittore Jean-Louis Chéret e il palazzo del Re Carotte disegnato da Édouard Desplechin; sontuosi costumi furono realizzati da Théophile Thomas e Eugène Lacoste. L’opera avvinse il pubblico parigino, sempre ghiotto di fééries. L’accoglienza da parte della critica rivela peraltro l’imbarazzo di certi giornalisti rispetto all’approccio politico, in cui alcuni vedono un ritratto poco lusinghiero del regime imperiale appena decaduto. In ogni caso, la musica di Offenbach riscuote l’ammirazione del pubblico, incantato da quella sintesi sapiente di generi differenti della scena lirica francese: in particolare, opéra-comique e grand opéra. A partire dal 1872, l’opera viene esportata a New York e a Londra, ove ottiene grande successo. Nel 1877 viene rappresentata per la prima volta a Vienna con esito analogamente felice. Molti tagli derivano dall’impossibilità di allestire integralmente l’opera in teatri di second’ordine.
Documenti e archiv
Frontespizio
Le Roi Carotte me botte (Battaille / Dubost)
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data di pubblicazione : 15/01/24
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