Romanza in la maggiore
Reynaldo Hahn compone la sua Romanza in la maggiore per violino e pianoforte nel 1902, nello stesso anno in cui porta a termine La Carmélite (rappresentata all’Opéra-Comique qualche giorno dopo Pelléas et Mélisande di Debussy). Il titolo sembra rimandare alle Romances sans paroles di Félix Mendelssohn – fonte d’ispirazione abituale del compositore –, ma può anche essere inteso come un omaggio all’Opéra-Comique di fine Settecento, cui Hahn riserverà sempre un’affezione particolare. A proposito della romanza dal Richard Cœur de Lion di Grétry, nelle sue Notes, journal d’un musicien (1933) egli segnala: «Rimarrà tra le cose più belle della musica; l’effetto è irresistibile. Tutto vi contribuisce: la purezza e la nobiltà della melodia, la penetrante tenerezza che ne deriva, il modo inconsapevolmente abile con cui è trattata l’alternanza tra le due voci ed è condotto il folgorante insieme». Delicatezza e fantasia nello sviluppo contraddistinguono il pezzo, dedicato a Gaspar Marcano (1850-1910), medico ed etnologo venezuelano residente a Parigi, autore di lavori sul Venezuela precolombiano. Possiamo immaginare questa Romanzaeseguita nei salotti della contessa Greffulhe o della principessa di Polignac, tra una mélodie di Gabriel Fauré e un commento spirituale di Marcel Proust. Enunciata dal violino e ripresa dal pianoforte, la melodia si svolge su ritmi calmi ed eguali, mentre il pianoforte propone un accompagnamento pressoché immutabile. Pur intensificandosi, il dialogo tra gli strumenti, per la costanza del suo ritmo, produce nell’ascoltatore una sorta d’ipnosi.
Permalink
data di pubblicazione : 25/09/23
Effettuare una ricerca