Saltarelle, finale della Sonate de concert per pianoforte e violoncello arrangiato per pianoforte a quattro mani op. 47bis
Un carattere solitario può spiegare la scarsità nel catalogo di Alkan di opere (seppur brillanti) specificamente destinate al pianoforte a quattro mani. Se les Trois Marches op. 40, scritte per essere suonate assieme all’amico Ferdinand Hiller, costituiscono una ragguardevole eccezione, i rari lavori del compositore che richiedano questa formazione rispondono probabilmente a imperativi editoriali e commerciali. Si tratta prevalentemente di fantasie o trascrizioni di opere di altri musicisti (Fantaisie sur Don Juan, Ouverture de l’opéra Le Prophète) o, per quanto concerne questa Saltarelle, di proprie composizioni. Risalente alla fine del gennaio 1865 e edita presso Richault l’anno dopo, questa “opera 47bis” riprende con grande fedeltà l’ultimo movimento della Sonate de concert per pianoforte e violoncello op. 47 composta nel 1856, dedicata al violoncellista dilettante James Odier ed eseguita per la prima volta nel 1857 alla Salle Érard da Alkan e Auguste Franchomme. Il titolo di questa trascrizione è peraltro una versione semplificata e francesizzata del nome del movimento: “Finale alla saltarella: Prestissimo”. Fedele alla Sonate fin nella diabolica indicazione di tempo (minima = 112), la Saltarelle in mi minore ripartisce la parte di pianoforte originale tra i due pianisti: la parte prima si incarica della mano destra; la seconda della mano sinistra nonché della maggior parte della voce di violoncello. Quest’ultima viene a essere puntualmente raddoppiata dalla parte prima al fine di rafforzare la spettacolarità di certi passaggi virtuosistici. L’atmosfera frenetica e demoniaca del finale della Sonate viene così perfettamente mantenuta.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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