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Scherzo n. 3 in do diesis minore op. 39

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Seguendo l’esempio illustre di Beethoven, Frédéric Chopin è solito sostituire nelle proprie sonate i minuetti con degli scherzi. Il suo interesse per questo tipo di movimento in tre parti su un ritmo ternario lo spinge peraltro a comporre scherzi autonomi – le opere 20, 31, 39 e 54 – con i quali fissa il modello del genere per l’Ottocento. Inizialmente di tono piacevole e giocoso, lo scherzo assume sotto la penna di Chopin un carattere assai più grave, colore che verrà ripreso da compositori come Alkan o Saint-Saëns. L’opera 39 è probabilmente quella in cui l’intensità drammatica è spinta al limite estremo e, per caratterizzarla, si possono citare le parole usate da Liszt per descrivere il complesso degli Studi e degli Scherzi di Chopin: “Sorde collere, ire soffocate, […] un’esasperazione condensata e dominata da una disperazione talvolta ironica, talaltra altezzosa. Queste cupe apostrofi della sua musa sono passate più inosservate e sono state meno comprese delle sue poesie di colorito più tenero”. In questa composizione si contrappongono due idee principali, una vorticosa con i suoi virtuosistici tratti in ottave; l’altra pacata, affine al corale. Terminato nel 1839, questo terzo scherzo è dedicato a uno degli allievi più vicini a Chopin, Adolf Gutmann (1819-1882). Quest’oriundo di Heidelberg sarebbe stato, secondo Wilhelm von Lenz, uno dei pochi interpreti dell’epoca in grado di eseguire – grazie alla grandezza delle mani – l’ampio accordo della sesta battuta. Egli fu peraltro nel 1840 il primo interprete dell’opera (allora inedita), di fronte al pianista compositore Moscheles.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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