Solitude op. 127 n° 2
Pubblicato per la prima volta probabilmente nel 1908, Solitude è il secondo di quattro Poèmes provençaux (1. Dans la lande, «Nella brughiera»; 3. Le passé, «Il passato»; 4. Les Pêcheurs de nuit, «I pescatori di notte») composti da Cécile Chaminade. L’opera, in forma ABA, coltiva un’estetica di equilibrio e semplicità, talora però turbata da sottili tocchi armonici, che imprimono a questa pagina una tinta fortemente nostalgica. Di forma molto classica, basata su ritorni tematici e su una grande simmetria formale, il brano inizia con un tema di costruzione assai regolare, in forma di antecedente e conseguente di quattro battute ciascuno, effettuando delle modulazioni dalla tonalità principale di fa diesis minore al relativo la maggiore. All’interno di questo modello classico di grande sobrietà, l’accompagnamento in sincopi, in cui gli appoggi creano armonie cromatiche, nonché gli slanci interrotti verso il registro acuto, che suonano come altrettante aspirazioni deluse, conferiscono al discorso uno spessore tipicamente romantico e un colore decisamente malinconico. Nel corso dell’intero brano si può notare un’attenta gestione dei registri, posta al servizio dell’espressione; così, nella parte centrale il tema è dapprima sviluppato al registro medio del pianoforte. Peraltro, in diversi punti l’uso del pedale nel registro grave del piano (in particolare quando ritorna il tema iniziale) serve a variare il timbro dello strumento e a rendere più cupo il discorso musicale. Il tema di Solitude è conforme al clima generale dell’op, 127, che culmina nell’intensa nostalgia del «Passato».
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data di pubblicazione : 25/09/23
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