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Sonata n. 13 in do minore op. 35 n. 3

Compositore/i :
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Allegro agitato assai – Adagio patetico ed espressivo – Intermezzo : Presto – Finale : Allegro molto

Nel 1789 Dussek decide di lasciare Parigi a causa delle proprie relazioni con l’aristocrazia francese. Si trasferisce a Londra, dove vive sino alla fine del 1799. È lì che scrive le Tre Sonate op. 35 (1797), dedicate a Gabrielle Pleyel, moglie del compositore Ignace Pleyel. Questi aveva diretto il Professional Concert a Londra tra il dicembre 1791 e il maggio 1792, periodo durante il quale aveva potuto frequentare Dussek. La Sonata in do minore è l’unica dell’opera 35 a presentare quattro movimenti. Nonostante la sua brevità, l’Intermezzosi proietta in un modo che colpisce verso il Finale. Questa composizione attesta l’originalità del linguaggio e della scrittura pianistica di Dussek. Accordi possenti, raffiche di ottave spezzate, successioni di terze, scale e arpeggi fulminei richiedono una tecnica consumata, tanto più che il primo movimento prevede numerosi incroci delle mani. Il compositore osa armonie audaci e modulazioni in tonalità lontane che rendono più dinamico il discorso. Vero e proprio teatro strumentale, la sonata moltiplica le repentine contrapposizioni di sfumature, le pause inattese, i contrasti di registro e di carattere. L’Adagio fonde così espressione tragica e grazia sognante, mentre i movimenti vivaci dispiegano una foga di volta in volta aggressiva e ludica. Viene spesso da pensare a Beethoven, che nello stesso periodo sta cominciando la Sonata n. 8 “Patetica” e che nel 1796 ha pubblicato le tre Sonate op. 2. Probabilmente Dussek non le conosceva, il che accresce ulteriormente la sua importanza nella storia della musica per tastiera. Un’arte di transizione tra Sturm und Drang classico e primo romanticismo.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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