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Sonata per pianoforte in mi maggiore op. 46 n. 3

Compositore/i :
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Formazione musicale :
Instrument(s) :

Allegro – Andante un poco adagio – Finale : Allegro scherzando

Reicha compose questa Sonata probabilmente verso la metà degli anni Novanta del XVIII secolo ad Amburgo, ove si era stabilito alla fine del 1794. Poco dopo il suo arrivo, ebbe occasione di rivedere Haydn, di passaggio nella città anseatica mentre era in viaggio verso Londra. L’influenza dell’ammirato maestro si avverte nelle Tre Sonate op. 46 e permette di precisarne la cronologia. Lo stile di questa raccolta, pubblicata da Breitkopf & Härtel nel 1804, è infatti più vicino alle ultime sonate di Haydn che non a quelle composte da Beethoven nei primi anni del XIX secolo (si pensi alla Sonata n. 13 e alla Sonata n. 14 “quasi una fantasia”, del 1801). Come si può constatare nella terza e ultima sonata, in mi maggiore, il profilo melodico è ancora debitore del classicismo viennese; il movimento lento, in un cullante ritmo di siciliana, ricorda Mozart. Lo sfruttamento dei contrasti di densità e tessuto musicale, con effetti quasi orchestrali (all’inizio del brano), risente piuttosto di Haydn. Ma il giovane Reicha, all'incirca venticinquenne all'epoca della composizione, non è avaro di idee originali; moltiplica i motivi tematici e i gesti strumentali (e questo non gli viene da Haydn), soprattutto nei movimenti veloci di forma sonata, e azzarda sorprendenti cambiamenti di orientamento, del tutto inattesi, soprattutto negli sviluppi. Queste virate impreviste si traducono in modulazioni verso tonalità lontane, in bruschi passaggi da un motivo all’altro, in pedali e in silenzi che sospendono il discorso.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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