Sonata per pianoforte a quattro mani n. 2 in fa minore op. 22
Allegro moderato patetico – Minuetto – Largo – Finale : Allegro espressivo
Nel 1824, Onslow ritorna al pianoforte a quattro mani, in cui si era distinto con la sua Sonata in mi minore op. 7. Dedicata a Monsieur Jacques Herz, pianista e fratello di Henri Herz, la sua seconda prova in questo genere pianistico si spinge ancora più in là sul piano espressivo. Anch’essa conobbe numerose edizioni e riscosse un autentico successo, forse ancora di più dell’op. 7 (verso il 1870, Adolf von Henselt trascriverà il brano per due pianoforti). L’ampio e focoso Allegro moderato patetico inizia con ondate di semicrome cromatiche, sulle quali si innestano angosciosi richiami. A mo’ di secondo tema compare una delicata cascata di arpeggi, seguita da un passaggio più animato. Lo sviluppo sfrutta il secondo tema, poi il primo, e un aumento di potenza introduce la riesposizione. Come a volte capita in Onslow, si presenta un ultimo sviluppo, qui dedicato al primo tema; la sua schubertiana bellezza non impedisce al Minuetto di fare riferimento, per lo stile della scrittura, al barocco. L’episodio del Trio, più sereno, emana una tenera nostalgia. Il Largo di carattere beethoveniano, tutto nobili accordi e ritmi puntati, contiene modulazioni di sorprendente audacia. Gli fa seguito il Finale: Allegro espressivo, in cui un motivo inquieto sembra cercare una risoluzione, su accordi ripetuti. Una transizione porta al secondo tema, in volubili semicrome. Dopo aver riecheggiato il primo tema in maggiore, lo sviluppo si impegna a trasporlo in tonalità diverse, prima di dedicarsi al secondo tema. Dopo la riesposizione, una coda, più rapida, funge da chiusa all’intera partitura.
Pubblicazioni scientifiche
Pubblicazione
George Onslow, un "romantique" entre France et Allemagne
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data di pubblicazione : 25/09/23
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