Sonata per pianoforte e violoncello
Allegro appassionato – Andante – Allegro con fuoco
Strana storia quella della Sonata in la bemolle maggiore per pianoforte e violoncello di Henriette Renié, l’unico lavoro senza arpa di questa autrice. Sembra che la sua prima esecuzione pubblica abbia avuto luogo in occasione di un concerto della Société nationale de musique alla Salle Pleyel, il 15 febbraio 1896. Per presentarla, la compositrice si fa passare per un uomo. “L’Écho de Paris” ne rende conto così: “Successo per la Sonata di un musicista nuovo, J. Renié, eseguita da un pianista senza debolezza e da un violoncellista senza forza”, e anche altri critici lamentano che il pianoforte (M. Thibault) aveva coperto il violoncello (Louis Feuillard). Paul Dukas, nella “Revue hebdomadaire”, accoglie favorevolmente la partitura, pur rimproverandole una certa monotonia. Vent’anni dopo (1916), lo stesso lavoro, ancora inedito, consente a Henriette Renié di vincere il prestigioso Prix Chartier dell’Institut de France. Questo riconoscimento ne agevola sicuramente la pubblicazione (1920), stavolta con il vero nome della compositrice, nonché la diffusione nelle sale da concerto, come attesta un’esecuzione da parte di Paul Bazelaire alla Salle Érard il 14 febbraio 1920. È difficile sapere con certezza se la partitura del 1920 corrisponda esattamente all’opera eseguita per la prima volta ventiquattro anni prima, ma è da notare che la Sonata si iscrive apertamente nell’eredità di César Franck e può dunque essere intesa come un omaggio al musicista scomparso nel 1890. Citando in modo evidente la Sonata per violino e pianoforte del maestro, la Renié si ispira pure al procedimento di scrittura ciclica, facendo del tema iniziale – con le sue insistite modulazioni cromatiche – la matrice di tutto l’insieme del discorso musicale.
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La scuola franckiana
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data di pubblicazione : 25/09/23
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