Sonata per violino e pianoforte in do maggiore

Famoso per la sua musica vocale, Reynaldo Hahn ha composto anche belle pagine strumentali, come questa Sonata per violino e pianoforte. I suoi contemporanei non si sbagliarono nell’applaudirne calorosamente la prima esecuzione, il 3 dicembre 1926, da parte di Gabriel Bouillon e Magdalena Tagliaferro (che qualche anno più tardi sarebbe stata la prima interprete del Concerto per pianoforte dello stesso compositore). Anche “Le Ménestrel” pubblica un giudizio molto positivo: «Non si può ammirare abbastanza la straordinaria versatilità di un musicista che eccelle tanto nella commedia musicale quanto nella musica pura: la Sonatadi M. Reynaldo Hahn è, in effetti, un piccolo capolavoro di equilibrio, concisione ed eleganza». Il fascino domina in questa partitura, che evita i conflitti e i contrasti violenti. Nel primo movimento, tinto di accenti alla Fauré, gli strumenti si scambiano le parti della melodia e dell’accompagnamento senza scontrarsi, osando un’effusione più intensa solo al culmine dello sviluppo. Al contrario della maggior parte delle opere in tre movimenti, che collocano il momento lirico in posizione centrale inquadrandolo tra due movimenti veloci, spesso virtuosistici, Hahn riserva il massimo slancio e brio al secondo movimento, “Veloce”, umoristicamente sottotitolato “12 C.V., 8 cil., 5000 giri”. Di fatto l’“automobile” parte in quarta in unperpetuum mobileinebriante, ove le fluttuazioni tonali rafforzano la sensazione di una fuga in avanti. Viceversa, il finale ha un tempo moderato; inizia citando il secondo tema del primo movimento, per poi immergersi in una rêverie velata di una tristezza quasi dolorosa. Il ritorno del tema iniziale della sonata conduce a una conclusione pacificante, simile a un addormentamento.