Salta al contenuto principale

Sonata per violino e pianoforte n. 2 in la maggiore op. 39

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

1. Allegro grazioso. 2. Scherzo : Allegro. 3. Adagio. 4. Finale : Allegro

Forse fu la frequentazione di eminenti violinisti a dare origine alle due Sonate di Louise Farrenc, che dedicò la prima a Jean-Baptiste-Philémon de Cuvillon (allievo di François Habeneck e, come lei, di Reicha) e la seconda a Louis Sina (membro del Quartetto Schuppanzigh). Inoltre, l’anno di composizione della Sonata per violino e pianoforte n. 2 coincide con l’applauditissima prima esecuzione del suo Nonetto op. 38, che ebbe luogo il 19 marzo 1850 alla Salle Érard, con la parte del violino affidata al giovane Joseph Joachim. La seconda incursione della Farrenc nel genere della sonata per violino e pianoforte dimostra che la sua tavolozza dispone di più colori: al cupo do minore della Sonata n. 1 si contrappongono il luminoso la maggiore della seconda, un romanticismo ancora più temperato del consueto, il dialogo vivace e vario ma non conflittuale tra i due strumenti. Tuttavia, nonostante il suo tono giovanile, la Sonata n. 2 si compone, ambiziosamente, di quattro movimenti, mentre alcuni accordi alterati nell’Allegro grazioso e incursioni nel modo minore nell’Adagio contribuiscono a intensificarne l’espressività. Con una foga irrefrenabile che non sarebbe dispiaciuta a Mendelssohn, lo Scherzo, in modo minore, gioca con gli spostamenti degli accenti e genera emioli, per poi cantare con maggiore delicatezza nel Trio e infine, dopo la ripresa della prima parte, congedarsi sulle punte dei piedi, con una piroetta. Il Finale parte a mo’ di fanfara su una formula arpeggiata e conserva anche nel seguito una giocosità che si radica nel classicismo di fine Settecento.

Permalink

https://www.bruzanemediabase.com/it/node/10456

data di pubblicazione : 25/09/23



Effettuare una ricerca