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Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 op. 117

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

Allegro – Andante – Allegro vivo

Libero dei suoi impegni di direttore del Conservatorio a partire dal 1920, Gabriel Fauré, al tramonto della carriera, scrive diversi brani dagli accenti testamentari, tra cui questa spensierata e luminosa Sonata per violoncello e pianoforte n. 2. Nel momento in cui vi mette mano, nel marzo del 1921, il compositore ha in mente la Sonata per violoncello e pianoforte n.  1 di Saint-Saëns, “un capolavoro che si ascolta troppo raramente, perché i violoncellisti pensano che la loro parte sia meno brillante di quella del pianoforte! Come se in un’opera d’insieme l’effetto complessivo non risultasse dalla combinazione dei diversi strumenti!”, scrive a Paulette Mayer. Ritardato dalla malattia dell’autore, il compimento del manoscritto si deve in buona parte all’amica Marguerite Hasselmans, che avrebbe portato a termine il lavoro sotto dettatura di Fauré. L’opera è dedicata al violinista Charles-Martin Loeffler (1861-1935), allora mecenate del compositore in pensione. Viene eseguita per la prima volta il 13 maggio 1922 alla Société nationale de musique da Gérard Hekking e Alfred Cortot, già interpreti della prima esecuzione, nel 1918, della Sonata n. 1 op. 109. Nel momento in cui il mondo musicale parigino scopre la politonalità, Fauré si dimostra fedele a se stesso e consola i nostalgici della Belle Époque, come Vincent d’Indy, che così gli scrive, il 14 maggio 1922: “Voglio dirti che sono ancora preso dal fascino della tua bella Sonata per violoncello. Ci ho trovato quella Musica che oggi sembra dimenticata, e che si cerca di sostituire con agglomerati di suoni piuttosto sgradevoli. Il tuo Andante è un capolavoro di sensibilità espressiva, e mi piace infinitamente il Finale, così vivace e coinvolgente”.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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