Sonate pour piano à quatre mains en mi bémol majeur
L’aspetto grafico della firma consente di datare il manoscritto dellaSonata a quattro mani – rimasto inedito fino al 2017 –al 1839, l’anno del Grand Prix de Rome. Conservato nel Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale de France, lo spartito, sicuramente destinato da Gounod alle cognate Marthe e Marie Le Pileur, è stato annotato senza una prima bozza, a cominciare dal Primo. La scarsità delle cancellature dimostra che Gounod aveva già tutto in testa. I pentimenti mirano a definire le giuste proporzioni formali. Senza ignorare il plausibile modello delle sonate di George Onslow, la cui scrittura è analogamente orchestrale, il carattere dell’Allegro e certi salti di tonalità inducono a chiedersi se Gounod conosceva o meno la Fantasia o il Gran Duo di Schubert. A parte una progressione melodica nel bel mezzo del finale, nessun elemento stilistico rivela il futuro autore del Faust, ma lo si riconoscerà nella tendenza a teatralizzare il gioco dei temi. L’interesse dell’Allegro, vivace e coinvolgente, sta nella rapida successione di modulazioni inaspettate e negli scambi di motivi tra i due esecutori; il secondo tema, messo in risalto da un affascinante gruppetto, non resisterà agli assalti del motivo-ponte che, nello sviluppo, annienterà il primo tema… L’Adagio ha un andamento triste e lamentoso, come se fosse minacciato da un dramma che pure, nonostante l’agitazione della sezione centrale, non esploderà. I Presto sono rari in Gounod. Lo spirito di Mozart sembra aver ispirato questo, che adotta la forma sonata. Il primo tema, una fanfara su un accordo perfetto, fortissimo, riecheggia quello dell’Allegro iniziale.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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