Studio in forma di valzer op. 52 n. 6
Virtuoso del pianoforte, al quale la prozia lo aveva iniziato a due anni e mezzo, Camille Saint-Saëns compose molto per il suo strumento, e in particolare tre raccolte di Sei studi: op. 52 (1877), op. 111 (1909) e op. 135 per la mano sinistra (1912). Lo Studio in forma di valzer, sicuramente il più noto della prima raccolta, vanta un finale brillante, disinvolto e gioioso. Composto dopo un impressionante Preludio e un curioso studio per l’indipendenza delle dita e dopo due neoclassici Preludi e Fughe in fa minore e in la maggiore inframmezzati da uno Studio ritmico deliziosamente sottile, questo pezzo pirotecnico attinge al valzer, che non ha una forma rigorosamente stabilita, una libera successione di ritornelli e di couplets, lo slancio e le civetterie offerti dalla vivace misura in tre tempi; ma così come non fa concessioni a dita non use allo jeu perlé, non si potrebbe provare a danzarlo senza rompersi il collo. Fatale? Senza dubbio, poiché, guardando da una parte all’Invitation à la valse di Weber – stessa tonalità di re bemolle maggiore, adatta al virtuosismo, stessa sensibilità armonica – e dall’altra ai tratti, alle sospensioni, ai ghigni del Mephisto-Walzer di Liszt, questa pagina ammicca ai sottintesi fantastico-erotici a lungo connessi a questa danza strettamente di coppia: “Che il valzer ci trascini, fino a perdere il fiato, fino a morire”, cantano i cori nella kermesse del Faust; e la Danza macabra è un valzer.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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