Suite bergamasque : Clair de lune
1. Prélude – 2. Menuet – 3. Clair de lune – 4. Passepied
Pur assimilando l’eredità del XIX secolo con pezzi per pianoforte come la Mazurka, la Rêverie, la Ballade, la Valse romantique e le due Arabesques (1890-1891), Debussy cerca anche altre fonti d’ispirazione e le trova, in particolare, nella suite barocca, che corrisponde anche al suo gusto per la danza. Affascinato dalla “divina arabesque” di Bach, idealizza ancora di più Couperin e Rameau, che fanno da contrasto al pianoforte sinfonico tedesco. Nel 1890 compone la Suite bergamasque, nuova tappa nella formazione del suo stile (ma ne rivedrà lo spartito fino al 1905, anno in cui sarà pubblicato). In quattro movimenti, essa inizia con un Prélude e comprende due danze barocche, che incorniciano una rêverie notturna. Questo Clair de lune era inizialmente intitolato Promenade sentimentale. Altro cambiamento di titolo: l’ultimo movimento, inizialmente intitolato Pavane, è diventato un Passepied. Tuttavia, se la leggerezza degli staccati giustifica il nuovo titolo, la misura in quattro tempi ricorda piuttosto il ritmo della pavana. Debussy realizza una sintesi tra clavicembalo e pianoforte, tra ancien régime e simbolismo fin-de-siècle: fluidità delle linee, esecuzione non legata e ornamenti ereditati dal barocco francese (in particolare nel Menuet e nel Passepied). L’aggettivo “bergamasca” non rievoca tanto la città italiana di Bergamo quanto il Clair de lune di Verlaine e i suoi due celebri versi: “Votre âme est un paysage choisi / Que vont charmant masques et bergamasques”. Debussy aveva già messo in musica due volte (nel 1882 e nel 1891) questa poesia tratta dalle Fêtes galantes prima di farne il titolo del terzo movimento della sua suite per pianoforte dall’atmosfera così verlainiana.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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