Suite per pianoforte e archi
Moderato – Allegretto – Andante – Allegro vivo
“Oggi è l’ottantesimo anniversario della mia nascita! [...] Lavoro ancora senza fatica, e oggi stesso sto ultimando la composizione di una Suite per pianoforte e archi. Mi pare che non sia tanto male, ma posso anche sbagliarmi, ahimè! La lascio riposare un po’: è un buon modo per valutarla meglio tra un po’. Spesso mi è stato utile fare così” (dal Diario, 24 agosto 1917). Quest’opera – che in realtà fu effettivamente completata il 19 novembre 1917 – si articola in quattro movimenti contrastanti, la cui maniera ricorda la Suite concertante del 1912. Già allora Dubois si interrogava sulla forma da adottare: “Sto cominciando un’opera per pianoforte, violoncello e orchestra […] Come intitolarla? ‘Concerto’, ‘Sinfonia concertante’ o ‘Suite concertante’? ‘Concerto’ è un po’ abusato; ‘Sinfonia’, un po’ troppo solenne; ‘Suite’ mi pare più appropriato”. La Suite del 1917 inizia con un Moderato di una certa gravità, in cui gli archi sono trattati in modo veramente sinfonico. Alla fine del movimento, un serrato dialogo melodico lascia il posto a un’effusione più virtuosistica del pianoforte. Lo Scherzo, molto breve, prosegue il discorso alternato del primo movimento, in particolare per mezzo di un tema secondario sinuoso, e si conclude con un ammiccamento umoristico. Lo splendido movimento lento non si priva del piacere di un ardente e sensuale post-romanticismo. Il Finale, più classico, si basa inizialmente su motivi brevi prima che una sequenza lirica reintroduca il consueto linguaggio di Dubois, con una formidabile energia che non lascia supporre nemmeno per un istante l’età dell’autore.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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