Trio con pianoforte n. 2

Composto intorno al 1852, il Trio n. 2 in si minore di Lalo fu pubblicato dall’editore Hamelle senza numero d’opus; è dedicato a Jules Armingaud, amico e compagno di quartetto del compositore. Il primo movimento inizia con un tema enunciato all’ottava e a nudo dal violino e dal violoncello, e poi trattato sotto forma di domande e risposte liriche tra i due strumenti, accompagnati dal piano in crome, dopo la comparsa di un motivo secondario che percorrerà l’intero movimento. Intonato nel registro acuto del violoncello e poi ripreso dal violino, il secondo tema, tutto in simmetria, è di grande semplicità. L’Allegro maestoso si conclude con il ritorno del primo tema, espresso con foga. L’Andante inizia con un calmo dialogo tra il pianoforte e i due archi, che conduce all’enunciato di un secondo tema, più concitato, da parte del violoncello. Tale motivo diventa poi oggetto di febbrili imitazioni da parte di due archi, e il movimento si conclude con fremiti seguiti da echi del primo tema. Lo scherzo è giocoso, screziato da appoggiature comiche: al pesante tema del pianoforte risponde un contrappunto più leggero degli archi. Il brano si conclude con un movimento di generoso lirismo, introdotto da una sezione contrappuntistica che espone il materiale del primo tema, presentato poi nella sua integralità dal violoncello. Riferendo della pubblicazione del Trio, nel 1853, la «Revue et Gazette musicale de Paris» profetizza: «Se questo giovane compositore continua su tale strada, certo si guadagnerà la reputazione di successore di Onslow».