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Trio in sol maggiore per violino, violoncello e pianoforte

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
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Andantino con moto allegro. Allegro appassionato – Scherzo. Intermezzo : Moderato con allegro – Andante espressivo – Finale : Appassionato

Durante l’estate del 1880, Debussy è al servizio di Nadežda von Meck, la mecenate di Cajkovskij, la quale cercava un giovane pianista per dare lezioni ai suoi figli, suonare musica da camera e ridurre a prima vista delle partiture orchestrali. È per lei che compone il Trio per violino, violoncello e pianoforte, nel settembre-ottobre 1880, e lo esegue nella residenza di villeggiatura della ricca signora a Firenze, insieme a Vladislav Paculskij (violino) e Pëtr Danilcenko (violoncello). Il manoscritto reca una dedica a Émile Durand, il suo professore d’armonia al Conservatorio di Parigi: «Molte note accompagnate da molte cordialità. Dedicato dall’autore al suo professore». Debussy sa che la direzione ha deciso di bocciarlo, il 30 settembre, a motivo dei troppo numerosi errori da lui commessi nella sua prova d’esame? Nel mese di giugno, in compenso, aveva ottenuto il primo premio in accompagnamento nel corso di Auguste Bazille, il quale aveva annotato, a proposito del suo indocile allievo: «Molto dotato, buon lettore, ottime dita (potrebbe lavorare di più): buon armonista, un po’ estroso, molta iniziativa e molta verve». Queste osservazioni valgono anche per il Trio (rimasto inedito fino al 1986), primo lavoro da camera del giovane compositore diciottenne, il quale sceglie una formazione strumentale tipicamente ottocentesca. Lo stile guarda a Franck, Delibes e Massenet, con un’appassionata esaltazione che risente ancora del romanticismo; ma osa anche dei tocchi modali, e possiede già quella leggerezza e quella trasparenza che diventeranno caratteristiche dell’universo musicale di Debussy.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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