Trio per violino, violoncello e pianoforte in sol minore op. 30
Assez largement – Très vite – Lentement – Vite
Al pari dell’amico Chopin, Alkan si dedicò quasi esclusivamente al pianoforte. Partner del violinista Alard e del violoncellista Franchomme, egli tuttavia compose tre opere per musica da camera (una in meno di Chopin): il Grand duo concertant per violino e pianoforte op. 21 (ca. 1840), il Trio per violino, violoncello e pianoforte (1841), poi la Sonate de concert per violoncello e pianoforte (1856), successivamente trascritta per viola. Il Trio colpisce per la sua concisione. Il primo movimento, straordinariamente breve, è basato su due idee principali: un tema ritmico e vigoroso, al quale si contrappone una melodia cantabile, esposta dal violino su arpeggi del pianoforte. La leggerezza dello scherzo (Très vite) evoca Mendelssohn per il suo nitore, la sua argentina leggerezza, Beethoven per il suoi bruschi scalpiccii e i suoi motivi ostinati; la parte centrale offre una tregua provvisoria con una melodia che si dispiega nel registro grave del pianoforte. Anche il movimento lento è basato su contrasti impressionanti (ne è stata spesso segnalata la parentela con l’Andante con moto del Concerto per pianoforte n. 4 di Beethoven). La serena melodia degli archi si alterna al recitativo del pianoforte che a poco a poco si trasforma in possenti accordi. Gli scambi si infittiscono e i tre strumenti finiscono per confondersi. Il discorso culmina sul tema degli archi, suonato in forma di tremoli in fortissimo, prima di una conclusione che svanisce nel silenzio. Nell’ultimo movimento la melodia danzante degli archi si sovrappone al turbinio virtuosistico del pianoforte, mentre gli strumenti si congiungono in un abbagliante fuoco d’artificio finale.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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