Trio per violino, violoncello e pianoforte in mi minore
Allegro moderato – Intermezzo. Allegro vivo – Adagio – Allegro molto
Alphonse Duvernoy avrebbe composto il Trio in mi minore nel 1868, anno in cui fonda una società di musica da camera. Ma la pubblicazione è attestata solo nel 1880, quando il compositore ha da poco vinto il prix de la Ville de Paris con il poema sinfonico La Tempête. È forse questo successo a indurre il cronista del “Gil Blas” a menzionare l’edizione presso Leduc nel numero del 23 aprile 1880: “La lettura di questo trio mi pone in presenza di un musicista serio, il cui nome è di grande attualità. Per questa ragione gli dedico una parte speciale in questa recensione. Il suo trio in mi minore denota un’organizzazione vigorosa, un temperamento nervoso. È l’opera di un artista di razza; essa troverà posto nella biblioteca degli amanti della buona musica da camera”. Marmontel organizzava concerti settimanali di trii nel proprio salotto. Se Duvernoy è stato forse introdotto a questo organico dal suo professore, ne ha probabilmente esplorato il repertorio praticando la musica da camera. Il suo Trio colpisce per l’ampiezza delle dimensioni e delle sonorità. In quattro movimenti di forma tradizionale, contiene un Intermezzo (vocabolo spesso usato da Schumann e Brahms) che funge da scherzo. Quasi sinfonica, la scrittura pianistica è animata da possenti accordi, arpeggi e ottave su tutta l’estensione della tastiera. Essa testimonia il virtuosismo del compositore, che afferma anche la propria arte del contrasto: l’espressione appassionata si alterna a un contenuto lirismo, i ritmi danzanti a fluidi arabeschi.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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