Trois Vieilles Chansons
1. Temps nouveau – 2. Avril – 3. Villanelle
Con queste Trois vieilles Chansons composte nel 1921, qualche mese prima di morire, Saint-Saëns si congeda dalla mélodie francese. La sua scelta cadde su poesie di Charles d’Orléans (1394-1465), Rémy Belleau (1528-1577) e Jean Vauquelin de La Fresnaye (ca. 1536-1607). In precedenza, aveva messo in musica Ronsard (contemporaneo di Belleau e La Fresnaye), Boileau e La Fontaine. Pur volgendosi ancora una volta al Rinascimento, egli evitò tuttavia di stilizzarne i coloriti modali e i princìpi della scrittura, persino per i versi di Charles d’Orléans («Le temps a laissé son manteau», versi che tentarono anche Godard, Koechlin, Debussy, Déodat de Séverac o Bourgault-Ducoudray). L’allusione ai tempi antichi si rivela solamente nella leggerezza e nella trasparenza della scrittura pianistica (strutture lievi, finezza del tratto, rarità del registro grave), nonché nella semplicità della linea vocale, sebbene Avril osi una conclusione più spettacolare, culminando in un la acuto. L’omogeneità dei mezzi compositivi contribuisce a fare della partitura un vero e proprio ciclo, il che ne rafforza l’architettura tonale (sol maggiore per Temps nouveau e per Villanelle, la maggiore per Avril). Inoltre, l’idea del ritorno della primavera fa da filo conduttore: Temps nouveau insiste, per antitesi, sulla fine dell’inverno, Avril esalta la bellezza della natura e Villanelle quella delle ragazze del villaggio, in un’atmosfera di girotondo popolare (bordone al pianoforte). Per nulla nostalgico, il testamento melodico di Saint-Saëns canta con accenti giovanili che trasmettono una toccante emozione.
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La mélodie francese
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data di pubblicazione : 25/09/23
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