Valse romantique
Valzer romantico: se Debussy avesse dato un titolo del genere a un’opera della sua maturità, lo avrebbe sicuramente fatto con sottintesi ironici. Ma nel 1890 – data di questo brano, che forse fa riferimento alle Valses romantiques per due pianoforti di Chabrier (1883) – il compositore appena trentenne sente ancora il bisogno di assimilare la tradizione romantica e di inserirsi nella socievolezza mondana dei salotti. Dopo aver composto nel 1880 una Danse bohémienne (il suo primo pezzo per pianoforte che si conosca), egli aveva lasciato da parte la tastiera per dieci anni, privilegiando il genere della mélodie. È nell’ambito vocale che inventa colori armonici e tessiture strumentali di cui in seguito si avvantaggerà il pianoforte solista, come attestano i suoi lavori dei primi anni Novanta dell’Ottocento, dai titoli talvolta ereditati da Chopin: Rêverie, Tarentelle styrienne, Ballade slave, Mazurka, Deux Arabesques, Nocturne e Valse romantique. Debussy cedette i diritti del valzer a Choudens, in un contratto firmato il 31 gennaio 1891; nel 1903 lo fece ripubblicare da Fromont, il che dimostra che questo suo brano giovanile doveva stargli a cuore. Basata su un’intensa linea cantabile, la musica è animata da slanci appassionati e si conclude con un’imponente perorazione. Tuttavia, vi si delineano già le caratteristiche dello stile della maturità, percettibili in certe concatenazioni armoniche poco convenzionali (per esempio nelle prime battute), nella leggerezza e nella trasparenza delle tessiture. Si noteranno anche le aeree volute che, nella prima parte del brano, sottolineano le frasi melodiche, introducendo una dissimmetria nelle quadrature.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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